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Non tutto il codice sorgente viene tradotto da interpreti e compilatori in un programma eseguibile. Per esempio, i nomi delle variabili o delle funzioni vengono sostituiti con identificatori numerici. Quello che viene proprio buttato sono i commenti.
I commenti sono la parte del codice sorgente che è indirizzata al programmatore e non al computer.
Possono essere usati per tanti scopi: per spiegare cosa fa quella parte di programma, per riportare il nome dell’autore e la data, per segnalare possibili problemi futuri oppure funzionalità aggiuntive desiderate, ecc. Possono essere pensati come dei messaggi in bottiglia, lanciati ad un destinatario sconosciuto.
Non tutti i commenti sono seri. Ad esempio, nel codice sorgente del sistema di controllo dell’Apollo, che è stato pubblicato di recente, si trovano commento scherzosi e irriverenti verso gli astronauti.
Proprio perché sanno che normalmente non vengono letti e vengono cancellati nella compilazione, spesso i programmatori si permettono di essere un po’ liberi nella scrittura dei commenti.
Fino al 2018, nei commenti del codice sorgente del kernel di Linux erano presenti circa 200 parolacce; ma praticamente ogni sorgente ne ha la sua parte.
Questa abitudine è probabilmente una forma di scongiuro: chiamare una funzione con una “swear word” è un modo per far sentire la voce grossa al computer, a minacciarlo, a costringerlo a funzionare.
Qualcuno si è divertito a cercare una relazione tra parolacce e linguaggio, per vedere se certi linguaggi portano naturalmente al turpiloquio. Ma chissà se dipende dal linguaggio o dal tipico programmatore che lo usa.
Per chi fosse interessato a consultare sia il codice dell'Apollo 11 che il Kernel Linux, ecco alcuni link utili:
Kernel Linux | Codice sorgente Apollo 11 | Parole presenti nel Kernel Linux nel tempo
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Versione: 02/02/2022 - 12:19:14
Parole: 180Pannelli
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