Magia digitale

Nella storia della cultura occidentale il tema del potere dell'uomo sulla natura ha preso forme diverse. Prima delle tecnica come la conosciamo oggi una forma importante di controllo è stata quella della magia, intesa come capacità di certe persone di dominare le cose inanimate e animate non grazie alla forza fisica ma grazie alla conoscenza.

Fino alla fine del Cinquecento magia e scienza non erano distinte in maniera così netta: gli alchimisti sono stati i precursori dei chimici con i loro tentativi di "sintetizzare" nuove materie a partire da quelle esistenti e molte teorie del funzionamento del corpo umano si basavano su analogie tra organi e elementi o pianeti. Il concetto di forza coincideva con "forza naturale": un flusso vivente che può essere incanalato da chi impara a conoscerlo e rispettarlo.

Le modalità di controllo dell'universo erano tipicamente simboliche, verbali: si usavano segni che non facevano parte dell'alfabeto, si usavano parole o addirittura linguaggi inventati ma presentati come antichi. Parole fissate in formule e testi che venivano conservati e tramandati attraverso i secoli.

Tavola simboli alchemici
Source: http://www.egregoredisegn.com
Naturalmente la conoscenza di questi linguaggi e testi era riservata agli iniziati, che a partire dai gradi più bassi progredivano verso la cima della piramide in base alle competenze acquisite.

L'illuminismo prima e la rivoluzione industriale dopo hanno ridicolizzato tutte queste teorie in nome di una scienza dell'evidenza, di una tecnica che sfrutta e moltiplica una forza fisica che non ha niente di vivente, ma viene prodotta a comando e utilizzata attraverso un controllo meccanico. Si crea una frattura: da un lato la visione romantica dell'universo che può essere spiegato tramite analogie tra micromondo e macromondo e può essere controllato con la magia; dall'altra la visione materialista di un mondo fisico in cui la razionalità dei calcoli numerici permette di costruire macchine che lavorano al posto dell'uomo. La magia naturale scompare, o meglio si va a nascondere, e il mago si veste da stregone.

Le cose cambiano di nuovo con l'arrivo delle tecniche - prima ancora delle teorie - per la produzione e controllo dell'elettricità e con gli inizi della fisica contemporanea (la relatività, la meccanica quantistica). Il mondo non è quello che ci appare, ma è il risultato di un'interazione tra forze e corpi che non possiamo vedere e nemmeno comprendiamo fino in fondo. Scompaiono le macchine gigantesche isolate, tutto diventa piccolo e collegato da onde. Ma questa scienza nuova - basata sulla statistica e la probabilità, non più sulla certezza - non è riuscita a modificare nella visione comune il concetto di scienza esatta e tecnica meccanica. Si potrebbe dire che la visione comune della scienza è indietro di almeno un secolo sulla scienza vera e propria.

Finché non si arriva alla teoria dell'informazione e alla sua applicazione automatica: l'informatica. Una tecnica basata sulla velocità quasi infinita della trasmissione elettrica e sulla capacità di conservazione delle informazioni su supporti magnetizzati. Pensata inizialmente per fare calcoli, per controllare le armi e contare le persone, piano piano questa tecnica si estende a tutti gli ambiti della vita attraverso un teorema fondamentale: di ogni oggetto si può fare una copia digitale per trattare questa copia al posto dell'originale. Invece di contare le parole di un libro leggendolo, pagina per pagina e riga per riga, si traduce il libro in un file e si contano le parole di quel file.

La cosa curiosa è che alcuni degli elementi della nostra visione del digitale - l'immaginario cinematografico e letterario relativo a programmatori e programmi, il fastidio o addirittura l'odio verso le macchine intelligenti e incontrollabili, la mitizzazione degli algoritmi - si spiegano meglio se si pensa all'informatica come alla nuova magia del ventunesimo secolo.

Anche l'informatica è un modo di controllare le cose senza usare la forza bruta; anche l'informatica punta a costruire un mondo migliore, meno ostile e faticoso dove vivere.

All'interno dell'informatica, la programmazione presenta molti degli aspetti della magia:

  • ha effetti meravigliosi
  • ...ma quando qualcosa va storto può generare cataclismi
  • la sua conoscenza è riservata agli iniziati
  • agisce sul mondo usando dei simboli di linguaggi inventati
  • funziona attraverso la creazione di "doppi" delle persone e delle cose
  • dà a chi la usa un senso di potere quasi illimitato
La stessa parola "magics" appare spesso nel lessico dei programmatori: ci sono metodi magici, costanti magiche, persino numeri magici. Si tratta di strumenti che apparentemente funzionano senza che ci si debba troppo interrogare su come fanno.

Prestigiatore
Source: https://it.wikipedia.org/wiki/Prestigiatore_(Bosch)
In generale, per fortuna, è possibile studiare programmazione, leggere il codice sorgente, capire come funziona e in qualche caso scoprire che dietro la magia c'era solo un trucco di prestidigitazione.

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Versione: 14/01/2022 - 12:59:10

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